- climax
- (s.m. o s.f.) Lo schema più antico di climax si identifica con la struttura di un'anadiplosi continuata (... x/x... y/y... ). Come afferma Quintiliano, tale procedimento si realizza procedendo per scalini, fermandosi su ognuno di essi prima di salire il gradino seguente; es. da Dante, Par. XXX, 38-42: "Noi siamo usciti fore / del maggior corpo al ciel ch'è pura luce: / luce intellettual, piena d'amore / amor di vero ben, pien di letizia; /letizia che trascende ogni dolzore". In italiano, il termine è di genere maschile, definendosi come il momento culminante in un succedersi ascensionale di effetti in vari ambiti: emotivo, musicale, letterario. . . ; mantiene il genere femminile, che ha in greco, nel campo specifico della retorica e della stilistica, con il significato di — gradazione ascendente. Si evidenzia come un crescendo progressivo di parole, concetti, immagini, all interno di un enunciato, gradualmente più specifici o più forti per intensità e valore. L'effetto emozionale che ne scaturisce è particolarmente incisivo nelle composizioni poetiche. In realtà, il climax può avere due andamenti fra loro contrari: uno ascendente (it. — gradazione ascendente) ed uno discendente, anche detto — anticlimax (it. — gradazione discendente). Climax ed anticlimax rappresentano quindi due fenomeni opposti di una stessa figura retorica e sono entrambi dei procedimenti amplificanti, che rientrano tra le figure dell — accumulazione, in particolare, ciascuno dei due costituisce una — figura per adiectionem. Alcuni esempi di climax ascendente:
Dizionario di retorica par stefano arduini & matteo damiani. 2014.